Un viaggio inedito e controcorrente nella macrobiotica e nella sua storia.Dall'opera pionieristica di Georges Ohsawa…

Ho dato al macero decine di chilogrammi di carte l’altro giorno.
Il mio archivio personale di “casi macrobiotici”.
Quasi 25 anni di note sparse, e centinaia di analisi sistematiche, dati più o meno rigorosi, più o meno abbozzati, impressioni, appunti di colloqui, e tante annotazioni fisiognomiche e analisi energetiche (MTC).
Prima di distruggere l’archivio, non condivisibile con altri ricercatori per la sua natura caotica, mi mancava un’ultima operazione da compiere, rinviata per troppo tempo: un sistematico esame dei casi in cui “la dieta numero 7 non ha funzionato”.
Non è che non avessi già le mie idee, ma sentivo il bisogno di convalidarle alla luce di un esame più sistematico del materiale raccolto nel tempo.
La mia fiducia in questo regime alimentare, e se mi segui già lo sai, è grande. Ho visto troppe condizioni di sofferenza risolte per non essere profondamente grato verso Georges Ohsawa e la sua sintesi alimentare drammaticamente risolutrice.
Ma al tempo stesso il rispetto verso chi non ce l’ha fatta, e il rispetto stesso verso la Macrobiotica (che deve essere in divenire, e mai un sapere cristallizzato) impone di interrogarsi in profondità quando le cose non vanno come devono.
E io l’ho fatto ogni dannata singola volta. Traendone nel tempo conclusioni spesso certe, a volte solo probabili. Non penso di poter affermare in tutta onestà che vi sia un solo “insuccesso” del quale non abbia trovato una spiegazione per me soddisfacente.
Le spiegazioni includono sempre gli stessi fattori: l’elemento spirituale (determinante), l’elemento genetico (prima o poi bisognerà parlarne, perché – forse per la degradazione biologica del genere umano – oggi la macrobiotica impatta su organismi che potrebbero non essere pronti a riceverla), l’elemento energetico.
E di questo voglio scrivere qui, degli insuccessi della dieta numero 7 (e numero 6) dovuti a una condizione Energetica inadatta a questi regimi. Scrivo Energetica con la maiuscola perché ciò cui alludo è la cornice teorica e applicativa della Medicina Tradizionale Cinese (MTC).
Mi sono formato in questo sapere molti anni fa, e questo mi ha permesso di esaminare ogni singola situazione di pratica macrobiotica che mi si è presentata sotto la lente di questa conoscenza.
“Ma Ohsawa non ha superato la visione della MTC?”
Georges Ohsawa era uno splendido sistematico, con tutto il bagliore e i limiti di ciò che questo comporta.
Io penso che il bagliore abbia superato i limiti, ma ciò non toglie che vi siano delle cose da dire.
Ecco quindi cosa ho trovato dalla ricognizione sul mio “archivio di insuccessi”.
UNA LAMA CHE RECIDE
Diciamo anzitutto che questa non è una dieta qualsiasi. È una dieta Yang, potente, centripeta. È una dieta che asciuga, riscalda, compatta e radica. In un mondo dominato dall’espansione Yin degli zuccheri, dei cibi raffinati, dell’alcol, degli stimolanti, dei grassi, dell’eccesso di liquidi e dei pensieri incontrollati, la dieta n.7 funziona come una lama che recide ciò che è superfluo, riconducendo l’organismo e la mente al centro.
Non c’è bisogno di molti argomenti per spiegare la sua efficacia: chi ha un eccesso di Yin, chi vive con gonfiori, umidità interna, mente annebbiata, ritenzione idrica, pigrizia mentale e fisica, fame incontrollata e fame emotiva, chi soffre di disturbi cronici legati a stagnazioni, trova in questa dieta una via di rinascita.
La MTC, e la macrobiotica, insegnano la distinzione tra costituzione (il terreno dell’individuo) e condizione (lo stato attuale, modificabile con dieta e stile di vita).
Un individuo con costituzione (terreno di base) Yang (robusto, caldo, tendente al movimento) e condizione (lo stato attuale) Yin in eccesso (umidità, gonfiori, ritenzione) è il candidato ideale per la dieta n.7: in dieci giorni può tornare sano, forte e lucido.
Ma, e questa è la sintesi di ciò che voglio esporti, chi ha una costituzione Yin fragile (magro, freddoloso, pelle secca, tendenza alla dispersione) o chi vive in una condizione di deficit di Yin (sete costante, sudorazioni notturne, insonnia, secchezza interna), rischia di trovarsi prosciugato da questa dieta, aggravando la secchezza interna e le tensioni. Analogamente, chi ha un deficit di Yang (freddolosità cronica, stanchezza profonda, mancanza di calore interno, lingua pallida e gonfia), pur teoricamente beneficiando di un apporto Yang, spesso non ha le riserve sufficienti per sopportare la potenza asciugante della dieta n. 7, andando incontro a ulteriore debolezza e cali di energia.
Vediamo insieme a scopo esemplificativo qualche caso preso dal mio archivio. I nomi sono di fantasia, le persone sono reali.
YIN carente aggravato
Marta, 42 anni, donna attiva ma fragile. Sonno leggero, una vita emotivamente impegnativa per gestione familiare e lavoro.
Costituzione: Yin carente: magra, pelle secca, viso affilato, lingua rossa con piccole crepe, tendenza a vampate, sudorazioni notturne lievi, sete costante.
Al momento della dieta aveva accumulato gonfiore addominale per mesi di pasti disordinati e dolci serali, con senso di pesantezza e ottundimento al risveglio. Scelse di fare la #7 per risolvere.
Nei primi tre giorni di regime ebbe un senso di leggerezza e testa sgombra. Nei giorni successivi sperimentò prima secchezza marcata delle fauci, feci dure, insonnia peggiorata con risvegli ansiosi alle 2-3 di notte, palpitazioni, e poi a seguire sensazione di calore secco interno, stanchezza crescente, nervosismo, tensione ai muscoli del collo, occhi secchi e irritati.
Cos’era successo? La dieta n.7 ha aggravato la sua costituzione Yin carente, prosciugando ulteriormente i liquidi interni. La leggera umidità presente (gonfiore addominale) non era sufficiente per giustificare un’azione Yang così radicale. L’effetto Yang ha asciugato senza nutrire, portando a calore vuoto, insonnia e tensione.
In termini energetici, qui c’è Elemento Acqua e Fuoco in disequilibrio: Reni incapaci di sostenere i liquidi, cuore agitato. La dieta n.7 ha prosciugato ulteriormente l’Acqua, creando calore vuoto del Fuoco e peggiorando insonnia e agitazione.
Yang carente aggravato.
Roberto, 58 anni, disoccupato, sedentario.
Poca esposizione al sole, attività fisica quasi nulla, frequente sensazione di freddo.
Costituzione: Yang carente: corporatura forte ma flaccida, pelle pallida e fredda, mani e piedi sempre freddi, lingua pallida e gonfia con segni laterali dei denti.
A ridosso della dieta aveva una leggera ritenzione di liquidi alle caviglie, digestione lenta, gonfiore dopo i pasti.
Nei primi tre giorni di #7, si accentuò la freddolosità, anche a mani e piedi. Nei giorni successivi, sentì una stanchezza profonda, necessità di coricarsi al pomeriggio, urine molto chiare e abbondanti, comparsa di leggera nausea. A seguire emersero giramenti di testa al risveglio, polso rallentato, sensazione di “svuotamento” energetico.
La dieta n. 7, pur apportando Yang teorico, non era sostenibile senza riserve energetiche sufficienti. La mancanza di movimento ha impedito la mobilizzazione dello Yang introdotto, che è rimasto statico, causando ulteriore freddolosità e svuotamento energetico. Il corpo non ha potuto gestire la restrizione, aggravando il deficit di Yang.
In termini energetici, qui c’è Elemento Terra e Acqua deboli: incapacità della Milza di trasformare il riso yanghizzato e dei Reni di fornire calore.
La dieta n. 7 ha aggravato la freddezza e lo svuotamento energetico. In altre parole, la dieta ha indotto un effetto centripeto in mancanza di riserve Yang, portando stasi interna e sensazione di vuoto.
Yin carente + attività intensa
Elena, 34 anni.
Consulente aziendale, lavoro impegnativo, stress, viaggi frequenti, allenamenti di corsa tre volte a settimana.
Costituzione: Yin carente: corporatura snella, pelle secca, lingua rossa, sete costante, insonnia con difficoltà a mantenere il sonno.
Scelse di fare la dieta 7 per risolvere lo stato di stress mentale e di tensione muscolare, e voleva prepararsi per una prossima fase intensa di lavoro, ritrovando lucidità mentale, leggerezza e disciplina interiore.
Dopo alcuni giorni dall’inizio del regime, sentì un chiaro calo di energia durante gli allenamenti, sete intensa, aumento della frequenza cardiaca a riposo, irrequietezza mentale. Proseguì col regime, e comparvero insonnia peggiorata, sensazione di tensione interna, secchezza intestinale, e poi stitichezza.
Cos’è successo? L’attività fisica intensa ha aumentato la dispersione di liquidi e Yang, mentre la dieta n.7 ha ridotto ulteriormente l’apporto di liquidi e grassi. Il corpo non ha ricevuto sostegno per affrontare l’attività fisica, aggravando la secchezza interna e il calore vuoto tipico della costituzione Yin carente.
In termini energetici, qui c’è Elemento Acqua debole, Fuoco in risalita: l’attività fisica ha disperso liquidi, la dieta ha prosciugato ulteriormente. La dieta n. 7 ha intensificato calore vuoto e tensione.
Luca, 49 anni, imprenditore sotto stress
Alta responsabilità, ritmi serrati, molte ore seduto, sonno disturbato da preoccupazioni.
Costituzione: Yang normale, ma con tendenza a tensione nervosa e stress.
Condizione al momento della dieta: Tensione mentale, insonnia da stress, appetito irregolare, desiderio di “resettarsi”.
Il motivo che lo spinse alla numero 7 era di ritrovare chiarezza mentale e disciplina per gestire un periodo difficile.
I primi giorni ebbe un normale senso di pesantezza e torpore. In seguito percepì un aumento della tensione mentale, irritabilità, insonnia peggiorata con risvegli frequenti, difficoltà a concentrarsi sul lavoro. Comparvero in seguito mal di testa e rigidità muscolare al collo e alle spalle. Dopo 3 settimane dovette interrompere.
In questo caso non era la costituzione a ostacolare la dieta, ma la condizione psicofisica. La dieta n. 7, molto Yang e restrittiva, in un contesto di stress mentale non accompagnato da attività fisica e riposo adeguato, ha incrementato la tensione interna anziché ridurla. Lo Yang introdotto non è stato mobilizzato e si è trasformato in rigidità e tensione nervosa.
In termini energetici, qui c’è Elemento Legno iperattivo, Fuoco agitato, Terra congestionata: la dieta n. 7 ha portato ordine iniziale, ma senza movimento fisico ha intensificato tensione interna (Legno) e calore mentale (Fuoco).
Cosa possiamo imparare da questi 4 esempi?
La dieta n. 7 è intrinsecamente Yang, asciugante, riscaldante e contrattiva. In termini di Energetica, tende a prosciugare l’umidità, a ridurre il freddo interno derivante da accumuli Yin e a stimolare l’energia del centro (Milza e Stomaco). Tuttavia, può anche impattare sull’Elemento Metallo (Polmone/Intestino Crasso), causando secchezza intestinale (stitichezza) e secchezza delle mucose respiratorie con eventuale tosse secca, se protratta o seguita senza criterio e discernimento.
Inoltre, se applicata a costituzioni che già presentano segni di deficit di Yin (secchezza interna, vampate, sete costante, sudorazioni notturne), questo regime può aggravare la condizione, prosciugando ulteriormente i liquidi corporei e indebolendo l’organismo. Allo stesso modo, nei soggetti con deficit di Yang (freddolosità persistente, avversione al freddo, stanchezza cronica, edemi, urine chiare e abbondanti), la dieta n. 7, essendo priva di grassi e fondamentalmente ipoproteica, può non fornire l’energia riscaldante sufficiente per sostenere il metabolismo, portando a un indebolimento ulteriore.
Anche nei casi di deficit di Sangue (pallore, unghie fragili, vertigini, ansia, insonnia), il regime può avere esiti diversi: se il deficit si accompagna a secchezza e calore vuoto, rischia di aggravare la condizione prosciugando ulteriormente; se invece il deficit si associa a umidità interna, può aiutare a drenarla e alleggerire il corpo, purché seguita con cautela e per brevi periodi.
Nei casi sopra esaminati, la dieta n. 7 ha potuto portare secchezza delle feci, cali di energia, peggioramento dell’insonnia, tosse secca, perdita di peso eccessiva e un senso di debolezza che non permette di proseguire il percorso. In casi di grave scompenso dell’organismo a causa di malattia, l’esito può essere molto deleterio.
Qual è la novità?
NESSUNA, se hai seguito la mia divulgazione.
Una volta di più, la lezione è perseguire costantemente lo sviluppo del giudizio e del discernimento, scopo principe della macrobiotica. Ciò include non delegare a NESSUNO (nemmeno a Georges Ohsawa, men che meno a counsellor macrobiotici, soprattutto se non comprendono il sistema energetico di riferimento della disciplina) la propria salute e le proprie scelte alimentari.
“Quindi se voglio capire se le diete 7 e 6 vanno bene nella mia situazione devo studiare la Medicina Tradizionale Cinese?”
Il mio consiglio è, salvo che tu non stia affrontando una importante malattia, di SPERIMENTARE. L’esperienza diretta è la migliore di tutte le scuole.
Voglio comunque lasciarti qualche linea guida. Osservati:
- Un viso pieno, pelle umida, mani tiepide, lingua gonfia e con patina bianca, senso di pesantezza e gonfiori dopo i pasti indicano di solito una condizione Yin in eccesso che può trarre sicuro giovamento dalla dieta n.7.
- Un viso magro, pelle secca, sete costante, lingua rossa e secca, insonnia con risvegli notturni, sudorazioni notturne, indicano di solito una carenza di Yin che può essere aggravata dalla dieta.
- Mani e piedi freddi, stanchezza persistente, urine chiare e abbondanti, avversione al freddo, indicano di solito un deficit di Yang, per cui la dieta n.7, se non attentamente monitorata e accompagnata da movimento, può portare ulteriore esaurimento.
CHE COSA ALTRO FARE?
Quello che realmente non fa (il mio archivio parla chiaro), o non fa in modo adeguato, chi decide di intraprendere un regime di macrobiotica stretta, a dispetto delle raccomandazioni di Ohsawa:
1) MUOVERSI!
Un punto che molti dimenticano – e che Ohsawa ha sempre sottolineato – è che la dieta n. 7 DEVE essere accompagnata da movimento quotidiano. Il riso integrale e il sale marino forniscono una carica Yang notevole, ma se questa energia non viene mobilizzata attraverso camminate, attività manuale, movimenti consapevoli (e pulizie di casa!), essa si trasforma in rigidità (fisica e psichica), tensione e blocco.
Ho visto persone intraprendere con entusiasmo la dieta n. 7 e lamentarsi dopo dieci giorni di mal di testa, tensioni, irritabilità o senso di costrizione interna. Quando ho chiesto loro se stessero faticando un po’ ogni giorno, la risposta era quasi invariabilmente NO. Diciamolo in modo chiaro: non c’è dieta numero 7 in assenza di movimento.
2) MASTICARE, MASTICARE, MASTICARE
La masticazione lenta non è un dettaglio accessorio, ma un principio centrale senza il quale la dieta numero 7 non può esprimere pienamente il suo potere ordinatore e curativo.
La masticazione prolungata trasforma gli amidi complessi dei cereali in glucosio, evitando la produzione di tossine da fermentazione; satura prima i centri della fame, impedendo l’eccesso di assunzione, che anche con il solo riso sarebbe un errore energetico; produce uno stato di calma mentale, abbassando la frequenza del respiro e portando a uno stato meditativo che accompagna il pasto, trasformando l’atto del nutrirsi in pratica spirituale (e questo, credimi, è fondamentale); stimola e rinforza gli organi digestivi, in particolare Milza e Stomaco secondo la MTC, migliorando la trasformazione e il trasporto dei nutrienti, radicando adeguatamente lo Yang assunto attraverso il cibo; e infine mobilizza lo Yang, perché la masticazione energica è essa stessa un atto Yang che attiva il riscaldamento e la digestione dei cibi, facilitando la circolazione interna e impedendo la stagnazione che può derivare dall’assunzione di cibi secchi e densi senza sufficiente triturazione e insalivazione.
Movimento e masticazione consentono di ottenere risultati eccellenti (entro certi limiti) anche nelle costituzioni più deboli.
Per soggetti con Yang carente o Yin carente, se la costituzione non è troppo sbilanciata, la dieta n. 7 può ancora in questo caso portare benefici.
Questo sono le 2 cose da fare, ma c’è n’è anche una terza:
3) DIETA NUMERO 6: LA “NUOVA” 7?
Come probabilmente sai, lo vado dicendo da tempo: “se vuoi fare la dieta numero 7… FAI LA NUMERO 6”.
La dieta n. 6, pur essendo un regime macrobiotico rigoroso e potente, risulta anche nell’ottica della Medicina Tradizionale Cinese molto più equilibrata e gestibile della dieta n. 7.
Infatti, la dieta n. 7, proprio per la sua estrema forza ordinatrice, può risultare troppo drastica, specie in chi ha una costituzione fragile, una tendenza alla secchezza interna o una debolezza energetica di base.
La dieta n. 6 mantiene una forte impronta Yang rigenerante, ma introduce una piccola quota di verdure cotte, che portano un minimo di umidità naturale e un’energia più fresca e morbida. Questo permette di purificare e alleggerire l’organismo senza prosciugarlo eccessivamente, sostenendo al contempo Milza e Stomaco, migliorando la regolarità intestinale e riducendo il rischio di tensioni e calore vuoto.
In altre parole, la dieta n. 6 rappresenta una forma di purificazione più lenta ma più profonda e armoniosa, che rispetta i tempi del corpo e si adatta meglio alle costituzioni meno robuste (quasi tutte, oggi) o ai periodi di stress, rendendola adatta peraltro a essere mantenuta anche per settimane.
Cosa sarebbe cambiato nei 4 casi che ti ho riportato se le persone avessero optato per una dieta numero 6?
Secondo me:
Marta: La dieta n.6 avrebbe introdotto un’umidità leggera e un’energia più morbida, utile a proteggere l’Acqua interna, calmare il Fuoco e mantenere una regolarità intestinale. Questo le avrebbe permesso di sentirsi più leggera e lucida, con un miglioramento digestivo, ma senza aggravare la secchezza interna.
Roberto: La dieta n.6 avrebbe sostenuto la Terra, reso i pasti più facili da digerire e mantenuto una minima idratazione interna, proteggendo Acqua e Yang residui. In questo modo, Roberto avrebbe potuto sentirsi alleggerito senza sperimentare un calo energetico profondo.
Elena: Le verdure cotte presenti nella dieta n.6 avrebbero mitigato la secchezza interna, calmato il Fuoco e protetto i liquidi Yin, permettendo al corpo di reggere meglio lo sforzo dell’attività fisica e dello stress senza irrigidirsi o creare tensioni interne.
Luca: Il regime numero 6 avrebbe alleggerito la Terra migliorando la digestione e la qualità mentale, aiutato a scaricare in modo più dolce le tensioni del Legno e calmato il Fuoco, senza generare secchezza eccessiva o rigidità interna.
CONCLUDENDO
Ci sarebbero molte, molte altre cose da dire. E una di queste è che, diversamente da quanto si pensi, in termini MTC la dieta numero 7 non apporta “Yang puro” all’organismo, ma favorisce un effetto Yang indiretto. Questo accade perché, riducendo l’eccesso di Yin, esercitando un’azione asciutta e contrattiva e stimolando un movimento energetico interno Yang, aiuta a radicare e a riportare al centro. Sarebbe importante comprendere una buona volta che questo regime non fornisce calore endogeno diretto (ciò può essere in parte corretto col massivo uso di alcuni specifici) se nell’organismo le riserve Yang sono insufficienti. In altre parole, la dieta n. 7 esercita un’azione Yang per effetto riduttivo dello Yin e stimolazione dell’energia, ma non crea calore se il corpo non ha abbastanza Yang da mobilitare.
Per contrasto, la dieta n.6 mantiene la stessa direzione Yang e ordinatrice, ma in modo più graduale e morbido. Questo perché, pur avendo una base di cereali integrali, introduce una piccola quota di verdure cotte che aggiungono un elemento di umidità controllata e freschezza moderata, evitando un prosciugamento eccessivo dei liquidi Yin. In questo modo, la dieta n.6 stimola l’effetto Yang riducendo l’eccesso di Yin, ma al tempo stesso preserva le risorse interne, sostiene la Milza e aiuta a mantenere la regolarità intestinale, rendendola più tollerabile anche in chi ha riserve Yang limitate. Così, la dieta n.6 può purificare e radicare senza spingere l’organismo verso secchezza e tensione, offrendo un riequilibrio più armonico quando la costituzione o la condizione richiedono cautela.
E questo è quanto ho tratto dai miei macro-files. Spero di averti dato qualche spunto di riflessione e aspetto di conoscere il tuo parere nei commenti!
Fabio
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Ciao Fabio! Grazie del bello e coraggioso articolo sulla “numero 7”. Colgo l’occasione per aggiungere alcuni ulteriori elementi che a mio parere si potrebbero prendere in considerazione per inquadrare la questione.
Parto dal titolo.
Innanzitutto parlare di “LA dieta numero 7” può essere fuorviante, per chi ha una conoscenza superficiale di questo strumento così caro a Ohsawa: ci sono decine e decine di “diete numero 7”, moltissime codificate da Françoise Rivière nel suo libro, moltissime altre semplicemente il risultato del variare anche solo i tanti parametri già in gioco: quantità di acqua in cottura, tipo di cereali, modalità di cottura, scelta delle preparazioni, numero di masticazioni, uso o meno di specifici, eventualmente quali specifici, quantità assoluta di cibo giornaliero, quantità assoluta di cibo per ogni pasto, quantità relativa di cibo rispetto al proprio peso corporeo, condimenti, rapporto tra sale e sesamo del gomashio, numero di docce durante la dieta 7 (!!), quantità di acqua bevuta, ecc.
A questi, che sono evidenti, se ne aggiungono altri a mio parere ancora più importanti, primo fra tutti l’esperienza e il giudizio di chi cucina: è in sintonia con l’Ordine dell’Universo, come Lima in quel famoso giorno? ama cucinare? cucina per dare vita e salute ai suoi commensali?
Un altro che ho trovato sempre molto significativo è il contesto in cui viene svolta: da soli o in compagnia di persone motivate e capaci? per “dovere” o per “volontà”? viene considerata come una rinuncia o come un arricchimento? ci si arriva come all’ultimo tentativo dopo che tutti gli altri hanno fallito?
Un terzo parametro che ho notato spesso fare la differenza è… la qualità e i risultati delle “diete 7” precedenti: se uno ha già fatto esperienza di una “dieta 7 dei miracoli”, spesso nelle successive gli effetti positivi si manifestano prima ancora delle cause, ovvero, gli effetti positivi si manifestano ancora prima di cominciarla, subito dopo la semplice decisione di cominciarla. Questo purtroppo ha una stretta relazione con la poca esperienza o il basso giudizio di tanti che ne parlano e la consigliano, ma non ne hanno mai fatta una con i controfiocchi.
Nel titolo volevo anche sottolineare un’altra cosa: i “fallimenti”, a mio parere, non sono della dieta 7, ma di chi vi si approccia in maniera superficiale, con poca preparazione un cucina ma soprattutto filosofica, o senza appoggiarsi a qualcuno che è perfettamente cosciente di cosa è necessario per far sì che dia i suoi migliori risultati.
Nei casi di cui hai scritto purtroppo non ci sono abbastanza indicazioni per determinare quale tipo di dieta 7 hanno praticato (intendo tutti quei parametri che ho elencato sopra) e quindi non mi permetto di fare alcun commento particolare.
Anche se… le motivazioni che elenchi nei loro casi (1° risolvere gonfiore addominale, 2° non specificato, 3° risolvere lo stress e la tensione muscolare, per ritrovare lucidità mentale, leggerezza e disciplina interiore, 4° ritrovare chiarezza mentale e disciplina) mi sembrano veramente inconsistenti, rispetto al volere entrare nel paese di Ohsawa, in Erewhon, ovvero entrare nel “Regno dei Cieli”.
Ho visto tante persone iniziare una dieta 7 per problemi di salute e non risolvere nulla, anzi aggravare la situazione fisica e mentale, ma ne ho viste tante iniziare una dieta 7 per studio, ricerca, curiosità o per fiducia e ottenere risultati al di là di ogni aspettativa.
I malati sono quelli che possono beneficiarne meno, secondo me, mentre chi vi si avvicina con l’atteggiamento dello studente sono quelli che possono beneficiarne di più, indipendentemente da questioni energetiche o di altro tipo.
Il 4° caso, se fosse stato uno po’ più studente, non sarebbe mai arrivato a 3 settimane, visto che Ohsawa parla di 10 giorni. Con la guida di un René Lévy può certo esistere un Daniel che la segue per 3 anni consecutivi. Ma una persona ignara e sostanzialmente da sola come può pensare di non fare errori anche gravi, in quelle 3 settimane in cui ogni giorno ulteriore ha un effetto molto più profondo del precedente e quindi in 20 giorni l’effetto di amplificazione può portare a risultati “molto ottimi”, o (più facilmente) “molto pessimi”?
Se si considerano solo i fattori numerabili (calorie, grassi, proteine, ecc.), la dieta 7 è come un bombo, che non si riesce a spiegare in nessun modo come potrebbe volare. Eppure vola!
Se si considerano fattori più sottili (la propria volontà, in primis, o la propria fede) allora ecco che invece può accadere davvero di tutto, anche l’impossibile.
Sono d’accordissimo con te sulla dieta 6. E anzi, consiglierei di esplorare tutti i 10 modi di alimentarsi suggeriti da Ohsawa ai principianti (e tutti siamo principianti, quindi vanno bene per tutti, sempre!). Dal 7 al -3. E magari scoprirne altri. E magari fare “errori” che fanno risvegliare il proprio giudizio e che quindi “errori” non sono.
Alla fine dei conti credo che la dieta 7 non sia per tutti, ma chiunque può fare una buona dieta 7, se correttamente guidato le prime volte e se ha voglia di “sporcarsi le mani” e imparare e non ha paura di sbagliare.
Credo che la dieta 7 sia un tesoro prezioso, talmente grande e talmente in bella vista che quasi nessuno lo nota e quasi nessuno ne riconosce il valore. Beh, beato chi, cercando, troverà!
Grazie ancora per l’articolo. Ciao Fabio!
Luca… wow! Poni così tante questioni nel tuo commento che servirebbe una serie di articoli solo per rispondere!
Definiamo bene il quadro. Il mio articolo non vuole cogliere tutte le ragioni che cui una dieta 7 può “non funzionare”, ma soltanto le ragioni di Energetica per le quali (invariabilmente, nella mia esperienza) in alcuni casi la reazione dell’organismo non è quella auspicata.
Ci sono poi altri elementi possibili, e gran parte di quelli che citi rientrano nella categoria che nel post ho definito “spirituale”, su cui come sai ho già scritto tanto.
Riguardo lo scopo per cui molte persone della mia casistica l’abbiano intrapresa, com’è noto dalla mia divulgazione sono ben d’accordo che questo regime possa essere, e debba essere, molto di più che una dieta curativa. Ma cercarla per la guarigione è quel che tantissimi fanno, e lo fanno più che legittimamente perché è stato Georges Ohsawa a proporla così, costruendo intorno alla sua terapeutica il suo libro più famoso (lo Zen Macrobiotique).
Dunque abbiamo un pattern ricorrente: chi sta male e fa la 7 (non “una 7”, ma LA 7, comunque declinata: cereali integrali, sale marino, gomasio, pochi liquidi) di solito migliora o guarisce. Un sottogruppo invece – parità di esecuzione – non guarisce, e in questo sottogruppo ho individuato un cluster che non guarisce in perfetto accordo con i principi dell’Energetica Cinese. E’ questo il focus dell’articolo.
La gran parte dei parametri tecnici che citi, come la quantità di acqua in cottura, non avrebbe inciso energeticamente in modo diverso.
Quanto ai casi che ho riportato nell’articolo, ho scelto volutamente situazioni medie, non troppo significative in assoluto, e proprio per evidenziare tipicità comuni che emergono quando una certa costituzione/condizione approccia il regime, quali che siano le finezze dell’implementazione. Qualcuno sì, ha deciso di protrarlo oltre i 10 giorni, e io trovo che questa sia una rischiosa ma meravigliosa scelta di libertà personale, e d’altronde a mio avviso GO lo suggeriva più come orizzonte entro il quale apprezzarne gli effetti che come vincolo assoluto.
Grazie mille per le tue osservazioni!